La fibromialgia è rappresentata da un dolore muscoloscheletrico persistente. E’ diffuso su tutto il corpo. Ciò perché si tratta di una patologia cronica del sistema nervoso centrale. E’ accompagnata da sintomi che peggiorano la qualità della vita, come affaticamento, disturbi del sonno e sintomi cognitivi. La patologia è stata riconosciuta, come una condizione medica, solo nel 1990.
Cosa è la Fibromialgia
La fibromialgia è una sindrome. E’ caratterizzata dal dolore cronico e diffuso. Il dolore è generalmente localizzato in muscoli, tendini e legamenti. Purtroppo, si tratta di una condizione complessa e multifattoriale che coinvolge il sistema nervoso centrale e la percezione del dolore. Pur essendo, ormai, una patologia diffusa, spesso non viene affrontata in maniera adeguata e tempestiva. Gli specialisti sono fondamentali per migliorare la qualità della vita.
Sintomi della fibromialgia
I sintomi variano da persona a persona, anche in base al grado di percezione del dolore. Diversi sintomi, però, accomunano più persone. Tra questi, il più diffuso tra chi soffre della patologia è il dolore muscoloscheletrico. Si tratta del sintomo che caratterizza la fibromialgia. Il dolore, persistente e diffuso, può variare in intensità. Spesso, infatti, è descritto come una sensazione di bruciore, fitte o dolore profondo. A questo sintomo va aggiunto l’affaticamento cronico, ovvero la stanchezza persistente che accusano i pazienti. Molte volte, la colpa va attribuita anche ai disturbi del sonno. Chi è affetto da fibromialgia durante la notte si sveglia frequentemente. In alcuni casi accusa sintomi cognitivi, ovvero la nebbia cerebrale. Altro sintomo è la sensibilità al dolore, che porta ad essere ipersensibili, anche nella reazione agli stimoli. Infine, non sono da escludere problemi gastrointestinali (in particolar modo l’intestino irritabile), la presenza di cefalee, l’ansia e la depressione.
Cosa fa il medico al primo consulto
Se si sospetta di avere la fibromialgia o si stanno vivendo sintomi simili, è importante consultare un medico esperto. Un reumatologo o un neurologo è in grado di confermare la diagnosi e pianificare un piano di trattamento adeguato. È fondamentale coinvolgere un medico di fiducia che possa guidare il percorso di gestione della fibromialgia. Lo specialista, invece, si occupa innanzitutto dell’anamnesi del paziente. Cerca di comprendere la sua storia clinica. Attraverso i sintomi auto-riferiti da parte del paziente può iniziare ad avere già un’idea per capire se si trova di fronte a un caso di fibromialgia. Procede, successivamente, a un esame fisico completo. La fase fondamentale di questo esame è la valutazione dei tender points. Individua e valuta i punti sensibili. Attraverso questo esame, riesce a comprendere se si trova di fronte, o meno, a un caso di sospetta fibromialgia.
I trattamenti
Ad oggi, è possibile affermare che non esiste una cura definitiva per la fibromialgia. Gli specialisti hanno diverse opzioni di trattamento disponibili per aiutare a gestire i sintomi della sindrome.
- Farmaci. Combattono il dolore, migliorano il sonno e riducono l’infiammazione. In particolar modo lo specialista prescrive antidepressivi triciclici e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
- Terapia fisica. Aiuta a ridurre il dolore, migliora la forza muscolare, la flessibilità e la mobilità in generale.
- Terapia occupazionale. E’ incentrata sulla gestione delle attività quotidiane per rendere il soggetto affetto da fibromialgia il più indipendente possibile.
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT). E’ indicata nella gestione dell’ansia associata alla patologia.
A ciò vanno associati la modifica dello stile di vita del paziente e il supporto psicologico di cui ha bisogno durante il percorso.
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