La bronchiolite è una malattia respiratoria acuta dovuta a un’infezione virale. Colpisce principalmente i bambini più piccoli, in particolare quelli al di sotto dei due anni di età. Il tasso di incidenza è maggiore nei primi 6 mesi di vita, con una diffusione importante nel periodo che va da novembre a marzo. Si tratta, in sostanza, di un’infiammazione delle piccole vie aeree chiamate bronchioli, che sono i passaggi che conducono all’interno dei polmoni.
Le cause della bronchiolite
La bronchiolite è spesso causata da un’infezione virale, comunemente il virus respiratorio sinciziale (VRS). Ciò avviene nel 75% dei casi, secondo le statistiche dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Può essere causata anche da altri virus, quali
- adenovirus
- coronavirus
- metapneumovirus
- parainfluenzali
- rinovirus
- virus influenzali
L’infezione si trasmette a contatto diretto con le secrezioni infette. Se il bambino è nato prematuro e ha un’età inferiore ai 3 mesi, il rischio di contrarre l’infezione è maggiore. Anche in presenza di cardiopatie congenite, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica, immunodeficienze o anomalie congenite delle vie aeree.
La diagnosi
La diagnosi viene effettuata dal pediatra che valuta i sintomi e la loro gravità. Durante il ricovero in ospedale potrebbero essere effettuati degli esami strumentali e di laboratorio per la ricerca del virus che ha generato la bronchiolite. Ciò consente di attuare una specifica e migliore terapia farmacologica. Fondamentale è la misurazione dell’ossigenazione attraverso il saturimetro, che effettua anche il medico. Se i dati sono inferiori al 92-94% è fondamentale ricorrere al trasporto in ospedale del piccolo paziente. In alcuni casi può essere richiesta una radiografia al torace per valutare addensamenti o assenza di aria in alcune aree dei polmoni.
I sintomi
Diversi sono i sintomi che possono andare verso un peggioramento progressivo. Inizialmente, infatti, i sintomi possono assomigliare a quelli del raffreddore comune, con naso che cola e congestione. Inoltre, una tosse persistente può svilupparsi, spesso peggiorando nel corso dei primi giorni. Nei casi più gravi, la bronchiolite può causare difficoltà respiratorie e respiro affannoso. I bambini che ne sono affetti possono manifestare suoni come sibili o ronchi durante la respirazione. Alcuni, inoltre, possono sviluppare febbre, ma non è scontato che questa compaia. All’inizio, potrebbe comparire una febbricola associata a rinite per l’infiammazione nelle vie aeree superiori.
Quanto dura la bronchiolite
La fase della malattia dura dai 6 ai 10 giorni. Il picco si raggiunge dal terzo al quinto giorno. La tosse, però, potrebbe impiegare fino a 3 settimane per sparire del tutto. In generale, durante questa fase, il bambino resta sereno e vigile e continua ad alimentarsi. Non sempre compare la febbre. Solo nei casi più importanti può essere necessario il ricovero in un ospedale pediatrico. Quando il bambino è al di sotto dei 6 mesi si potrebbe decidere di tenerlo in osservazione in ospedale per ripristinare le normali funzioni respiratorie.
Come comportarsi
La prevenzione consiste nel lavaggio accurato delle mani e nell’evitare che il bambino entri a contatto con secrezioni infette. Nella maggior parte dei casi, la prognosi è buona con il trattamento farmacologico adeguato. È importante consultare un medico se si sospetta che un bambino abbia la bronchiolite, specialmente se i sintomi diventano gravi o persistono. La prevenzione attraverso pratiche igieniche e attenzione ai contatti con persone malate è fondamentale per proteggere i bambini.