L’endometriosi è una condizione clinica che si verifica quando l’endometrio è all’esterno dell’utero. L’endometrio, infatti, è una mucosa che riveste la cavità uterina. Tale condizione, può verificarsi fin dalla prima mestruazione, definita menarca (che prende il nome da Mena, dea protettrice del ciclo fisiologico), ed essere presente fino alla menopausa. Si stima che in Italia colpisca 3 milioni di donne in età fertile e che influisca in maniera negativa sulla loro qualità della vita. Si tratta di una malattia cronica e invalidante che regredisce soltanto con la menopausa se non trattata con terapia farmacologica o nei casi più importanti con intervento chirurgico.
I sintomi dell’endometriosi
La condizione può manifestarsi con diversi sintomi, anche associati tra loro. Il dolore pelvico si manifesta in particolar modo nella fase peri-mestruale che in sostanza inizia 5 giorni prima del flusso. Invece, il dolore durante i rapporti sessuali raggiunge picchi sia prima che dopo il ciclo. Possono manifestarsi anche delle perdite di sangue dalla vagina nei giorni in cui non è in atto la mestruazione e il dolore in alcuni casi può estendersi anche durante la defecazione. I sintomi sono.
- Dolore alla defecazione
- Rapporti sessuali dolorosi
- Dolore pelvico
- Irregolarità del ciclo mestruale
- Mestruazioni dolorose
- Sterilità
Cosa succede con l’endometriosi
Le donne che sono affette da questa condizione clinica hanno una probabilità maggiore di formare cisti endometriosiche, cicatrici o aderenze. Inoltre, l’endometriosi è alla base di alcune condizioni di sterilità, riducendo le percentuali di probabilità di concepimento da parte di una donna. Se l’endometrio raggiunge le ovaie, inoltre, può aumentare del 3% il rischio di contrarre il cancro.
Come si guarisce dall’endometriosi
Una delle tecniche più utilizzate è la laparoscopia. Al Rome American Hospital del gruppo Nefrocenter è possibile sottoporsi a controlli ed esami nell’area medica di ginecologia. Gli specialisti, esperti nel trattamento dell’endometriosi, possono stabilire un percorso medico attraverso il quale le donne colpite da questa condizione migliorino la loro qualità della vita. Al Rah, grande importanza viene data anche alla salute sessuale della donna che può rivolgersi all’ospedale della capitale anche per altre problematiche indipendenti dall’endometriosi. Può decidere, finanche, di ricostruire il punto G per ritrovare una vita sessuale più appagante con il proprio partner. Alcune donne, invece, potrebbero decidere di sottoporsi a un intervento chirurgico per poter intraprendere una gravidanza qualora tutte le terapie farmacologiche risultassero fallimentari.
Perché ci si ammala
L’ipotesi più concreta in chi si ammala di endometriosi è il trasferimento di frammenti di endometrio dall’utero alle tube di Falloppio. Il dolore, anche abbastanza accentuato, lo si avverte anche quando la mucosa raggiunge l’addome finendo sull’impianto del peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici, cioè sulle ovaie e, appunto, sul peritoneo. E’ raro che si espanda a fegato, diaframma e pleura.
Quando inizia
L’endometriosi è di base asintomatica. Diventa sintomatica quando si manifesta con dolore pelvico nella fase peri-mestruale che colpisce la pancia nella parte inferiore l’ombelico, con la dismenorrea (mestruazini dolorose) e la dispareunia (rapporti sessuali dolorosi). Quando le donne manifestano mestruazioni dolorose, solitamente qualche anno dopo il menarca, devono rivolgersi a un ginecologo. Il dolore, però, può comparire anche alla prima mestruazione.
Gli esami
Lo specialista, nel momento in cui sospetta che una donna possa essere affetta da endometriosi, potrebbe richiedere degli esami diagnostici. Il ginecologo deve verificare la presenza di eventuali noduli endometriosici alle ovaie richiedendo un’ecografia pelvica o una transvaginale. Inoltre, possono essere richiesti esami ematochimici che vengono effettuati da laboratori di diagnostica. Attraverso l’analisi del sangue, viene studiato il Ca-125, un marker tumorale i cui livelli nei casi di endometrio presente fuori dalla cavità uterina aumentano anche quando non c’è un tumore. Ciò non significa che ci si ammalerà di cancro, quindi è un esame che anche psicologicamente può essere affrontato tranquillamente perché l’aumento dei valori è normale.
Fare l’amore
I rapporti sessuali per le donne affette da enometriosi possono essere moto dolorosi, in particolar modo nel periodo pre e post mestruale. Per tale motivo, i ginecologi consigliano di usare lubrificanti che facilitano la penetrazione. E’, invece, sconsigliato l’uso a priori di analgesici, anche perché in base alla vita sessuale della paziente si potrebbe avere un eccessivo utilizzo di farmaci che comportano delle controindicazioni anche importanti sugli altri organi.
Avere figli
Secondo la Fondazione Veronesi, che ha condotto studi dell’endometriosi, la sterilità può essere affrontata anche con un percorso in cui le donne decidono di intraprendere prima, ovvero in giovane età, il loro viaggio nella maternità. Tecnica che veniva usata anche nell’antichità. Ciò aumenta il tempo a disposizione, riducendo le percentuali di fallimento. Non sempre, però, l’endometriosi causa sterilità.
L’alimentazione
Un aiuto, nei casi di presenza di endometriosi, può essere fornito dall’alimentazione. Alla base bisogna evitare cibi estrogenici e di conseguenza aumentare quelli antiestrogenici, così come vanno evitati gli alimenti proinfiammatori e favoriti quelli antinfiammatori. E’ consigliabile non mangiare questi alimenti.
- Alcol
- Avena
- Bevande zuccherate
- Caffé o bibite con caffeina
- Cibi industriali confezionati
- Derivati del latte non controllati che potrebbero avere alto livello di ormoni
- Dolci molto zuccherati
- Farina e panificati raffinati
- Grassi saturi
- Segale
- Soia e derivati ricchi di fitoestrogeni
- Zucchero bianco
La scoperta della malattia
I primi testi medici in cui si trovano sinergie con l’attuale endometriosi risalgono a ben 4.000 anni fa. Infatti, il Corpus Hippocraticum del IV secolo a.C. parla di ulcerazioni uterine, aderenze ed infertilità, tutti sintomi di quella che oggi conosciamo come endometriosi, nome attribuito da un articolo di John Simpson nel 1925. La scoperta dell’attuale malattia, però, fu di Karl von Rokitansky nel 1860.
L’antichità e l’endometriosi
I medici della scuola ippocratica, infatti, conducevano studi sull’infertilità. Le donne che avevano dismenorrea, ovvero dolore mestruale, venivano così invogliate a sposarsi giovanissime ed avere figli. Gli stessi medici parlavano di modifiche nelle pratiche matrimoniali. Nell’antichità, l’ignoranza e le leggende rendevano impossibile la vita alle donne affette da endometriosi. Infatti, la cura da parte dei medici consisteva nell’utilizzo di sanguisughe, ma ricorrevano anche a salassi, all’utilizzo delle camicie di forza e alla mutilazione dei genitali. Nei casi più gravi veniva disposta l’uccisione delle donne perché si riteneva che fossero impossessate dal diavolo.
La malattia nel Medioevo
Nel Medioevo, le donne affette da questa condizione furono considerate di nuovo pazze, immorali, isteriche e addirittura prostitute poiché il dolore pelvico veniva associato alla malattia mentale. Tutto ciò ha generato un ritardo nella diagnosi dell’attuale endometriosi, condizionando non poco i medici fino a due secoli fa. Ciò ha comportato una silenziosa sofferenza nelle donne che temevano di essere additate.
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