Epatite acuta nei bambini. La guida per individuarne i sintomi, gli esami e le cure. Non c’è legame con il Covid-19 e il vaccino.
I casi di epatite acuta nei bambini emersi in Europa negli ultimi mesi stanno destando notevoli preoccupazioni. Interessano in particolar modo la fascia di età da 1 a 5 anni. La maggior parte dei casi è stata riscontrata nel Regno Unito, ma dai primi studi non è emerso alcun collegamento con cibi o bevande.
Dunque, potrebbe esserci una natura infettiva. È emerso analizzando i casi. Alcuni di questi si sono verificati a causa di contatti (aggregazione familiare). La certezza riguarda il fatto che il Covid-19 e i vaccini non hanno alcun legame con l’infezione. E inoltre, nei bambini colpiti da epatite acuta non sono stati individuati i comuni virus epatotropi (epatite A, B, C, D, E).
In Italia gli esperti non hanno riscontrato alcun aumento dei casi rispetto ai numeri consueti. L’epatite acuta infatti è sempre esistita e da sempre ha avuto risvolti positivi verso la guarigione. In casi più rari – circa il 10% – può comportare peggioramenti, fino all’insufficienza epatica acuta, che rende necessario il trapianto. È comunque necessaria una sorveglianza sempre attenta sui casi.
Cos’è l’epatite acuta
Si tratta di una infiammazione del fegato che compare abbastanza rapidamente. I sintomi possono essere stanchezza, mancanza di appetito, vomito e nausea, diarrea, ittero, prurito e urine scure. In casi più rari si manifesta anche la febbre. Attualmente non è stata identificata una causa.
Cosa fare in presenza di sintomi
Diverse sono le precauzioni da prendere in caso di presenza di sintomi. Resta consigliata in primis un’accurata igiene delle mani. In caso di sintomatologia digestiva è sconsigliato portare i bambini a scuola. Se i sintomi sono prolungati, è necessario consultare il pediatra.
Gli esami richiesti
Per riscontrare la presenza di virus epatotropici è necessario eseguire esami di laboratorio. Nei NefrocenterLab è possibile effettuare tutti gli esami, a partire da quelli del sangue. A seguire, si esegue uno screening virale unitamente a un’ecografia. In caso di alterazioni è possibile ricorrere a una risonanza magnetica o a una biopsia del fegato, a seconda della necessità di conferma diagnostica