Il linfoma mantellare è un tumore maligno. E’ una forma rara di linfoma non-Hodkin a carico del sistema linfatico. Si manifesta quando c’è un aumento senza controllo dei linfociti di Tipo B, un particolare tipo di globuli bianchi. La denominazione di linfoma mantellare nasce dal punto in cui il cancro colpisce, ovvero nell’area dei linfonodi denominata martello. E’ molto aggressivo poiché colpisce il sistema linfatico (composto da vasi sanguigni, organi e cellule) che ha il compito di difendere il corpo contro gli agenti patogeni. E’ definita aggressiva come malattia perché nell’80% dei pazienti affetti progredisce rapidamente.
Il linfoma mantellare: le cause
La sigla LMC indica il linfoma mantellare che fa parte dei circa 40 tipi di cancro che appartengono alla categoria dei linfomi maligni. A scatenare la malattia è l’errore che si manifesta durante la divisione cellulare a causa di una singola cellula linfatica che cambia la sua informazione genetica. L’errore scatena la moltiplicazione senza controllo della cellula. Così, le cellule del linfoma mantellare, che non hanno più le loro funzioni, si accumulano nel punto in cui si formano, ovvero nei linfonodi o nella milza.
Cosa accade quando si ha il linfoma mantellare
Altri singoli organi si gonfiano, ma possono gonfiarsi anche i tessuti linfatici, producendo una diffusione della malattia. Quando c’è un aumento del volume della milza, registriamo delle splenomegalie. Invece, di fronte a un ingrossamento del fegato delle apatomegalie. Secondo le statistiche, il 90% dei pazienti che ha il LMC registra una diffusione della malattia anche al midollo osseo in una fascia che va dal 60% all’80% dei casi. Invece, il tratto intestinale è colpito dal 25% al 60% dei casi.
Il linfoma mantellare: i sintomi
Ad essere colpiti sono in particolare gli uomini di mezza età. Uno dei principali sintomi è l’indebolimento del corpo. Il paziente è emaciato, ovvero deperito, molto magro. Ciò accade perché viene colpito il midollo osseo che compromette il sistema immunitario perché c’è una riduzione della formazione del sangue. I sintomi del linfoma mantellare sono:
- Febbre
- Sudorazione eccessiva (in particolar modo di notte)
- Prurito
- Mancanza di appetito
- Perdita di peso
- Stanchezza
- Malessere generale
- Diarrea
- Dolore addominale
- Sanguinamenti
Gli ultimi tre sintomi si verificano quando la diffusione del tumore avviene anche nello stomaco e nell’intestino.
La terapia
Anche quando è negli stadi avanzati, il linfoma può essere combattuto con una terapia farmacologica che dura molti anni. Nella fase iniziale, quando non è avanzato, il tumore (se non diffuso ad altri organi) può essere combattuto con la radioterapia. La cura più diffusa è la chemioterapia che dura molti anni. Tale terapia porta anche alla guarigione, ma in diversi casi si registrano recidive. Il trapianto delle cellule staminali allogeniche favorisce una prospettiva di cura completa. Su alcuni pazienti può essere effettuato anche il trapianto del midollo osseo.
Dal linfoma mantellare si guarisce
La malattia è stata scoperta solo 20 anni fa. Inizialmente, le terapie non davano grandi risultati. Invece, negli ultimi anni si è avuto un sostanziale miglioramento con risultati sempre più soddisfacenti. Un risultato ottenuto grazie alle terapie mirate che si sono sviluppate grazie alla condivisione dei risultati dei ricercatori internazionali. L’utilizzo di molecole non chemioterapiche ha dato risultati importanti.
- Lenalidomine
- Bortezomib
- Temsirolimus
- Ibrutinib
Queste le molecole utilizzate che hanno consentito di alzare i tassi di remissione della malattia e la sopravvivenza dei pazienti.
Linfoma mantellare indolente
Il linfoma indolente si manifesta nel 15-20% dei casi. E’ una forma non aggressiva della malattia che ha un basso grado di malignità. Hanno una progressione più lenta che consente al paziente di sopravvivere anche molti anni pure quando non si ha un’eliminazione della malattia.
Il caso di Giancarlo Magalli
Il presentatore Giancarlo Magalli, volto noto della televisione, ha raccontato la sua esperienza. Senza cure immediate rischiava di avere solo 2 mesi di vita una volta scoperto il linfoma mantellare alla milza. Magalli è stato accudito dalle sue due figlie. La chemioterapia a cui si è sottoposto ha portato i suoi frutti e il linfoma è stato soppresso. Giancarlo Magalli è così tornato in tv e ha raccontato la sua esperienza che lo ha portato a perdere ben 24 chili. Per 7 mesi il personaggio televisivo, che per anni è stato il volto degli italiani che ad ora di pranzo seguivano “I fatti vostri” è stato lontano dal mondo dello spettacolo per sottoporsi alle cure.