L’ex calciatore Massimo Ambrosini ha svelato in un’intervista televisiva che il figlio di due anni è affetto da diabete di tipo 1
Massimo Ambrosini ha raccontato in tv la storia del suo terzo figlio colpito da diabete di tipo 1. Una notizia che – ha spiegato l’ex centrocampista del Milan e della Nazionale – ha cambiato la vita di tutta la famiglia. Lo scorso 1° aprile con la moglie Paola è stato ospite di Verissimo, rotocalco delle reti Mediaset.
«A due anni gli hanno diagnosticato il diabete di tipo 1, malattia per la quale non c’è una cura». Paola e Massimo Ambrosini hanno sottolineato l’importanza della tecnologia a sostegno di chi deve convivere con il diabete. In particolare relativamente all’utilizzo di un infusore che sopperisce al fatto che l’organismo non produce insulina. Nei bambini così piccoli la diagnosi della malattia è anche più complicata, perché i sintomi non sono semplici da individuare.
Nei bambini è difficile individuare i sintomi
I coniugi Ambrosini, ai microfoni di Verissimo, hanno raccontato come hanno scoperto la malattia del bimbo. Il campanello d’allarme è scattato quando il piccolo ha iniziato a perdere peso, a bere molto e a fare molta pipì.
«Un giorno Massimo – ha raccontato la moglie Paola – mi ha fatto notare che Alessandro era dimagrito. Poi quando me l’ha fatto notare anche il babysitter mi ha preso il panico. Ho consultato la pediatra che ci ha consigliato di andare in farmacia per fare il “pungidito”». Dal controllo è risultato un valore molto basso di glicemia, che ha indotto i genitori ad approfondire in ospedale il quadro clinico del bambino.
Le cure ospedaliere
Al San Raffaele di Milano i medici hanno provveduto a collegare in breve tempo al bambino tutte le apparecchiature mediche utili alle cure. E la diagnosi è stata immediata. Una situazione che ha ovviamente destabilizzato e preoccupato la famiglia Ambrosini. «Fino a quel momento – ha aggiunto Ambrosini durante l’intervista – non sapevo che il diabete fosse una malattia così grave dalla quale non si guarisce».
L’ex calciatore ha sottolineato che la scoperta della malattia ha rafforzato ulteriormente il rapporto con il fratello Federico e la sorellina Angelica, divenuti molto protettivi col piccolo. Un microinfusore permette ora di controllare la glicemia del bimbo, per il quale è comunque fondamentale il controllo da parte dei genitori.
«Alessandro conduce una vita normale»
Dopo l’iniziale spavento, la famiglia Ambrosini ha sottolineato che il figlio convive serenamente con il diabete e non ha problemi di carattere psicologico e motorio. Il piccolo Alessandro conduce dunque una vita normale e non ha limitazioni dal punto di vista alimentare e delle attività che pratica. L’unica cosa differente riguarda appunto l’utilizzo del piccolo microinfusore. Il papà e la mamma in tv non hanno nascosto le loro ansie relativamente ai problemi che potranno arrivare con la crescita del figlio.
Ambrosini e il figlio con diabete di tipo 1, il messaggio su Instagram
Massimo Ambrosini ha raccontato anche attraverso i social la storia di suo figlio Alessandro. Il video, pubblicato sul profilo Instagram, ha sostenuto la campagna della Fondazione Italiana Diabete denominata “Born to Run”. In occasione della Maratona di Milano del 2 aprile scorso, Ambrosini ha corso una staffetta insieme agli ex compagni di squadra Alessandro Costacurta, Andriy Shevechenko e Nelson Dida. Un’iniziativa a sostegno della ricerca di una possibile cura per il diabete di tipo 1.
Il messaggio dell’ex calciatore sui social
Da sei mesi la mia vita e quella della mia famiglia sono state letteralmente sconvolte dalla malattia del nostro figlio più piccolo. Ad Alessandro è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, malattia autoimmune, cronica e degenerativa. Che può anche avere conseguenze gravissime. Siamo costretti costantemente a tenere monitorata la sua glicemia e a fargli iniezioni di insulina più volte al giorno tutti i giorni.
Al momento, il diabete di tipo 1 è incurabile ma c’è una speranza che passa solo ed esclusivamente attraverso la ricerca scientifica. Io, mia moglie e tutti i familiari delle duecentomila persone tra adulti e bambini che hanno questa malattia abbiamo la necessità e la volontà che prima o poi si arriverà a una cura definitiva. Ho deciso per questo di correre la Maratona di Milano insieme a qualche mio ex compagno di squadra per sostenere la Fondazione Italiana Diabete. Insieme possiamo e dobbiamo trovare una cura per questa malattia.