Morbo di Crohn, i consigli di Nefrocenter su cure e dieta

Morbo di Crohn
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Morbo di Crohn, una patologia che condiziona fortemente la vita. Le cure e i consigli su una dieta che ne riduca sintomi e conseguenze

Il morbo di Crohn – nota anche come malattia di Crohn – è una patologia cronica che colpisce l’apparato digerente. Provoca infiammazione e irritazione in particolare all’intestino tenue, all’inizio dell’intestino crasso e al colon. Può tuttavia colpire l’intero tratto gastrointestinale. Questa patologia si manifesta con ulcere intestinali che possono in seguito provocare restringimenti di tratti dell’intestino o fistole. Queste conseguenze vanno trattate chirurgicamente, ma la malattia può manifestarsi anche dopo eventuali interventi.

Le cause

Gli studi non hanno ancora individuato tutte le cause alla base dell’insorgenza della patologia. Si ritiene che una combinazione di diversi fattori può provocare l’infiammazione intestinale. Le ricerche hanno evidenziato che c’è talvolta un nesso familiare. Dunque, la presenza del morbo di Crohn in un genitore, in un fratello o una sorella. Tuttavia, questo tipo di nesso è ancora oggetto di ricerche. La patologia può scaturire da una reazione autoimmune. Può quindi comparire a causa di un “attacco” del sistema immunitario a cellule sane. Il tutto causato da alcuni batteri presenti nell’apparato intestinale. Altri fattori considerati come possibili cause della malattia di Crohn sono il fumo o l’assunzione di alcuni antinfiammatori, antibiotici e pillole anticoncezionali. Anche questi sembrano far aumentare il rischio di insorgenza della malattia. Così come una dieta ad alto contenuto di grassi.

I sintomi

I sintomi che rappresentano segnali importanti per questa patologia sono vari:

  • Diarrea
  • Sangue nelle feci
  • Dolore addominale
  • Flatulenza e gonfiore
  • Perdita di peso senza apparenti motivazioni

Essendo sintomi comuni ad altre patologie, spesso la diagnosi del morbo di Crohn avviene dopo diverso tempo o comunque in maniera quasi casuale, attraverso specifici accertamenti.

La diagnosi

Diversi sono gli esami utili a diagnosticare la malattia di Crohn. Nei centri di diagnostica del gruppo Nefrocenter è possibile prenotare specifici esami strumentali utili a diagnosticare e monitorare le infiammazioni intestinali. Colonscopia con biopsie intestinali, che servono a individuare eventuali alterazioni del tessuto dell’intestino tipiche dell’infiammazione. Si tratta di un esame che va ripetuto periodicamente anche per il monitoraggio della malattia. La cromoendoscopia digitale può integrare la colonscopia per ottenere una visualizzazione più dettagliata dei tessuti. Ci sono anche altre metodiche ugualmente invasive. L’esofagogastroduodenoscopia è utile per individuare eventuale presenza della malattia nella parte alta dell’intestino. L’enteroscopia con videocapsula viene utilizzata per individuare eventuali lesioni del piccolo intestino, dunque in zone non accessibili mediante colonscopia. Un ulteriore esame può essere fatto mediante esplorazione chirurgica, con paziente sottoposto ad anestesia. È utilizzata in particolari casi di morbo di Crohn perianale.

Gli esami non invasivi

Diversi sono invece gli esami meno invasivi per monitorare lo stato delle pareti intestinali. Uno di questi è sicuramente l’ecografia addominale che permette di visualizzare e studiare le varie zone dell’apparato. Non invasiva è anche la risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto, grazie alla quale si possono individuare le aree eventualmente infiammate. Il mezzo di contrasto può essere somministrato per via orale o endovenosa. Esame esterno ma da utilizzare con maggiore cautela è l’entero-tc con mezzo di contrasto, che espone ai raggi X. Esiste infine la possibilità di sottoporre il paziente a una risonanza magnetica della pelvi, che permette di individuare e studiare lesioni e fistole in tessuti perianali.

Morbo di Crohn, le terapie

Le cure per il Morbo di Crohn puntano a combattere l’infiammazione intestinale attraverso diversi trattamenti. Una terapia prevede, in caso di complicanze, la somministrazione di antibiotici intestinali. Una forte azione contro l’infiammazione è garantita da steroidi, medicinali a base di cortisone che agiscono in maniera efficace in tutto l’organismo. Altri farmaci che possono rientrare nelle terapie sono l’azatioprina, la 6-mercaptopurina o il metrotrexate, tutti appartenenti alla categoria degli immunosoppressori che inibiscono le funzioni dei globuli bianchi responsabili dell’infiammazione.

Gli altri farmaci

Ulteriori categorie di farmaci somministrabili sono quelli biologici, che servono a diffondere anticorpi monoclonali utili a bloccare alcune molecole tra le principali responsabili dell’infiammazione. La ricerca medica ha aperto le terapie per la malattia di Crohn anche all’uso delle cellule staminali mesenchimali, utilizzate in particolare per un più efficace trattamento delle fistole perianali complesse rispetto ad altre terapie. In caso di complicanze irreversibili l’utilizzo dei farmaci può risultare inefficace, lasciando aperta la sola strada della terapia chirurgica.

Una corretta dieta per fronteggiare il Morbo di Crohn

I regimi alimentari variano a seconda della fase della malattia. Nella fase cronica, dunque non acuta, la dieta non presuppone troppe restrizioni. Vanno innanzitutto esclusi latte e latticini o comunque alimenti che contengano importanti quantità di lattosio. Bisogna inoltre escludere zucchero e sale, bevande alcoliche, spezie urticanti (peperoncino, pepe, zenzero, etc.) e bevande o alimenti che contengono stimolanti. Da eliminare anche i funghi.

Importanti i metodi di cottura degli alimenti

Nella fase cronica risultano ugualmente importanti anche i metodi di cottura, alcuni dei quali sono consigliati per i soggetti interessati dalla patologia. Bollitura, cottura a vapore, cottura sottovuoto, cottura a pressione e a bassa temperatura sono quelli consigliati. A differenza di frittura, griglia e piastra che sono assolutamente dannosi. Possono essere infine utilizzate, ma con molta moderazione, brasatura, stufatura, salto in padella e arrosto al forno per evitare che vengano ingerite eccessive quantità di grassi. Nella dieta per questa patologia non devono mai mancare glucidi e fibre solubili utili al nutrimento e al corretto funzionamento della flora batterica intestinale.

L’alimentazione nella fase acuta

Nella fase acuta si predilige una dieta a basso contenuto di fibre. Dunque povera di cereali integrali, verdura, legumi e frutta a eccezione di patate e banane. Per i pazienti che attraversano una fase severa della malattia si predilige invece una nutrizione enterale totale. Si somministra cioè un’alimentazione mediante un sondino naso-gastrico o per bocca. Questo tipo di nutrizione è indicata per i pazienti malnutriti e può essere integrata con una terapia farmacologica.

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