Buonasera, sono Giuseppina Gioia, paziente iscritta al vostro Centro dal lontano febbraio 1991.
Ho quindi nel mio bagaglio una lunghissima esperienza da poter raccontare e oggi sento di voler esprimere alcune considerazioni che avverto nella mia mente e nel mio cuore nei confronti di tutti voi, che siete il braccio e l’anima del Centro AID Irpino. La settimana scorsa sono venuta per i soliti controlli e mentre aspettavo il mio turno mi è capitato di guardare con occhi diversi ognuno di voi e di soffermarmi a pensare… Il carissimo dottor Corigliano che, con il suo incedere un po’ stanco, mi ha fatto subito pensare a quanta fatica facesse ancora dopo tanti anni ad andare avanti e indietro da Napoli per venire a curare e controllare noi pazienti e all’improvviso ho avvertito un senso di pentimento per non avergli mai espresso la mia gratitudine e il mio ringraziamento per tutto quello che fa per me e per tutti i pazienti del Centro. La sua professionalità e bravura non sono certo in discussione ma se tutto questo non fosse stato accompagnato da un grande cuore e da un’immensa passione, noi, io, cosa saremmo stati oggi?
Il diabete non è una malattia facile da affrontare a tutte le età e la paura del domani incombe ogni attimo nella nostra vita, ma il suo continuo impegno verso l’evoluzione della ricerca e dei nuovi presidi che possono migliorarci la quotidianità, ci hanno fatto sentire sempre al sicuro, protetti. Ho pensato alle parole di San Pio ai medici quando inaugurò l’ospedale Casa Sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo:”Voi avete la missione di curare il malato; ma se al malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano a molto.” Ecco, è proprio questo il concetto che voglio esprimere, cioè che un medico, anche il più bravo al mondo, deve portare amore, affetto, familiarità, comprensione e soprattutto sorriso, affinché la cura sia la più efficace possibile. Per questo voglio riconoscere la grandezza dell’uomo e del nostro carissimo dottore Corigliano e dirgli un grande GRAZIE, anche a nome dei tanti altri pazienti che segue e con i quali ho modo di confrontarmi nei momenti di attesa del turno. Annamaria: la nostra amatissima “tirasangue”, sempre allegra, accogliente e affabile e con una parola buona per tutti. In quei pochi minuti del prelievo ti fa sentire accolto come da una di famiglia, rendendo quel momento spensierato come un incontro tra amiche. Tina: la nostra “accettaricette”, anche lei sempre sorridente, amorevole e pronta a dissolvere ogni nostro dubbio e a spiegarci con tanta , tanta e tanta pazienza, a volte, tutto quello che dobbiamo fare, sempre con tono pacato. Giuseppe: il nostro “felino volante”, sì perché sembra non poggiare i piedi a terra, tanto è svelto nel correre da un settore all’altro con i blocchetti dei numeri da distribuire. Nonostante non sia da molti anni al Centro, è entrato perfettamente nel clima di accoglienza e di amorevolezza che circola, amalgamandosi completamente ai suoi colleghi. Angela, la nostra “studiaprelievi”: anche lei una persona di alta competenza e professionalità. Non la vediamo sempre, per ovvie ragioni, ma sappiamo che c’è nel suo studio e che sta lavorando per noi. Riguardo all’altra signora, di cui purtroppo non conosco il nome e che da un po’ di tempo lavora all’accettazione, mi dispiace non poter dire molto, anche se la vedo preparata e attenta. Mi riprometto di conoscerla meglio nelle mie prossime visite.
Vorrei continuare a dirvi tutto il bene del mondo, anzi vi chiedo scusa per essermi dilungata forse troppo invece di dire semplicemente GRAZIE GRAZIE GRAZIE ad ognuno di voi. Un ultimo grazie lo vorrei indirizzare al responsabile del Centro, il dottor Amedeo, che c’è sempre anche se noi non lo vediamo. Se il Centro è un luogo così accogliente e piacevole, il merito è di certo anche vostro e, oltre a ringraziarvi, vi chiedo di continuare a condurlo in modo tale che resti “la nostra oasi di sorriso e accoglienza“.
Giuseppina Gioia